Palazzo pretorio

Palazzo Comunale
piazza Matteotti - Carmignano

 

La storia

Non tutti conoscono la vicenda che portò quasi due secoli fa, allo spostamento del Palazzo Pretorio nella sede attuale.
Infatti anticamente la sede del Pretorio si trovava dentro le mura del castello di Carmignano, punto dove oggi si trova il famoso Campano e le antiche mura di cinta.
Purtroppo l'edificio che ospitava la sede del Pretorio non riuscì a salvarsi dalla famiglia Cremoncini che il 13 giugno 1826 iniziò ad avanzare diritti di proprietà sul Palazzo e sui suoi terreni circostanti.
Anche se le notizie storiche riguardanti tali avvenimenti sono scarse, grazie al libro "Memorie storiche del Castello e del Comune di Carmignano" scritto alla fine del 1800 da Antonio Ricci, possiamo avere un quadro dell’evoluzione storica che il comune ha subito nel corso dei secoli.

Tornando alle rivendicazioni fatte dai fratelli Cremoncini che vantavano diritti di proprietà sulle terre occupate dal Podestà e dal Custode, il Magistrato chiamato in causa per definire la questione deliberò che per fare fede a quanto da loro dichiarato dovevano esibirne le prove.
Dato che l'edificio ed i terreni in oggetto risultavano di proprietà della comunità già nel 1776, i Cremoncini si videro sospendere la domanda di rivendicazione della proprietà.
Ma nonostante questo primo arresto, i due fratelli continuarono la loro rivendicazione verso quelle terre che secondo loro erano occupate impropriamente dalla comunità e misero in atto la tattica di far deprezzare il palazzo per poi appropriarsi dei terreni circostanti isolandolo e rendendolo privo di valore.

Questo piano venne favorito, forse anche in modo inconsapevole, dall’amministrazione stessa, in quanto il Podestà voleva lasciare la Rocca per trasferirsi nel Carmignano basso, dove si stava sviluppando il centro cittadino, come aveva già fatto il Cancelliere Residente.
Con tale clima fu facile piegare ai voleri del Governo la debole rappresentanza municipale.
Con i Cremoncini presto si schierarono anche i Bubbolini che, appoggiati dal Governo, progettarono di spostare tutti gli uffici locali a Poggio a Caiano.

Nell’adunanza del 19 settembre 1826, il Magistrato scoprì i veri scopi degli avversari e per non far spostare la sede a Poggio a Caiano, deputò come nuova possibile sede del Palazzo comunale la proprietà del Sig. Filippo Bubbolini (palazzo in origine costruito dal Marchese Manfredi Malaspina di Filattiera) sito nel Carmignano basso.
Un altro fattore che giocò un ruolo nella vicenda fu la crescita della popolazione che si stava addensando proprio nella parte bassa del paese.
Quindi spostare la sede amministrativa laddove la popolazione si stava espandendo era anche un modo per non rimanere isolati dalla vita quotidiana del paese.

Il 19 settembre 1826 il Magistrato incaricò due ingegneri di compiere le ispezioni necessarie a deputare il costo dei lavori di ristrutturazione del palazzo Bubbolini.
L’Ingegner Grassi stimò una cifra minore rispetto al suo collega Carraresi, ma il Magistrato respinse il progetto di acquisto del Palazzo Bubbolini ed ordinò di costruire una nuova sede per il Pretorio sulla terra della famiglia Goggi.
Quest'ultimo progetto fu promosso, ma il Gonfaloniere conscio delle mire del Governo, chiese di poter traslocare comunque la sede del Pretorio nel Palazzo Bubbolini fino a che non sarebbe stato edificato il nuovo fabbricato.
Venne deliberato pertanto che la proprietà Bubbolini sarebbe stata affittata per nove anni, dal 1 gennaio 1827 al 1 gennaio 1836, dietro corrispettivo di 100 scudi da versare annualmente al Bubbolini stesso.
Grazie a questa decisione, approvata dall’amministrazione di quel tempo, i signori Cremoncini poterono appropriarsi del Palazzo Pretorio ormai abbandonato.

Nel maggio 1827 il sig. Filippo Cremoncini, che faceva parte dei Priori, cercò, riuscendovi, di fare in modo che le terre non confinanti con l’ex palazzo Pretorio venissero da lui aggiudicate di modo che nessun paesano potesse vantare il diritto di accesso alla Rocca.
Il 28 giugno dello stesso anno venne pubblicato l’Editto con il quale si delineavano i termini principali della gara per l’acquisto dell’ex Pretorio e dei terreni annessi per il prezzo di scudi 600 e lire 6 fiorentine.
Senza sorprese la gara fu vinta da Luigi Cremoncini che per lire 5.145 acquistò il Palazzo, una casa, due orti e qualche terreno.
Poco dopo l’aggiudicazione, tutto venne distrutto per volere della famiglia Cremoncini e, nello stesso tempo, venne interrotto il progetto di costruzione del nuovo palazzo Pretorio.
Finalmente nel 1834 il Magistrato, visto giungere il termine del contratto di affitto con il signor Bubbolini, decise di cercare di nuovo delle case che potessero ospitare definitivamente il Palazzo Pretorio.
Vennero proposte le abitazioni di proprietà dei Bruni, Gigli e Raffaelli.

Nell’ottobre del 1834 venne scelta la casa dei Bruni da acquistare al prezzo di scudi 1.150.
Ma passò quasi un anno e si avvicinava il termine di scadenza del contratto con il Bubbolini, ed ancora non si era provveduto a regolarizzare l’acquisto di casa Bruni.
Il 9 novembre 1835 il Granduca, con suo rescritto, ordinava l’acquisto del palazzo Bubbolini, denegando la trattativa con Bruni.
Al Palazzo acquistato dal Bubbolini vennero integrate negli anni a seguire altre due proprietà, fino a raggiungere l’organizzazione dell’attuale Palazzo Pretorio.

Antonio Ricci, Memorie storiche del Castello e del Comune di Carmignano

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