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Descrizione speditiva del Percorso

L’acquedotto storico di Carmignano

Il presente itinerario parte nel punto dove il percorso “Rio Carpineto” sbocca (dal letto del rio) sulla vecchia strada che univa le comunità di San Pietro a Verghereto e la fattoria delle Ginestre con quelle di San Martino in Campo e Artimino. Invece di proseguire verso queste ultime, il nostro itinerario va nella direzione opposta, cioè verso la fattoria ed il nucleo di San Pietro. Un breve e molto grazioso tratto in piano, costeggiando la profonda ed incassata valle del rio Carpineto, conduce velocemente al punto dove la nostra traccia sfiora una delle più grandi fra le numerose briglie che punteggiano il breve corso del rio Carpineto, che merita una breve sosta per ammirare la sua fattura ed i massi di Macigno dalle generose dimensioni che la compongono.

Si prosegue compiendo una curva a destra con, a sinistra, la diga in terra del soprastante lago di Verghereto e subito dopo, alla nostra destra possiamo notare un manufatto (uno dei pochi sopravvissuti) dell’acquedotto storico di Carmignano costruito nella seconda metà degli anni Ottanta dell’Ottocento. Si prosegue salendo e compiendo una curva a destra a cui segue un tratto contraddistinto dall’affioramento del Macigno che rende sconnesso il fondo dell’ampio sentiero. Poco dopo si arriva alla strada asfaltata che porta dalla provinciale a San Pietro a Verghereto e alla fattoria delle Ginestre (10’): qui si tiene la destra cominciando a scendere e dove la strada curva a destra (vecchia fonte a sinistra), noi si lascia la strada proseguendo a dritto e puntando verso gli olivi; si prosegue sfiorando la abitazioni e prendendo la viottola campestre che si diparte dall’angolo del parcheggio sterrato allontanandosi dalle case. Subito a destra la vista si allarga sulla Calvana, sul Monte Morello con la sottostante piana fiorentina, mentre vicinissima si staglia la collina boscosa di Poggio ai Colli. Appena la nostra viottola entra nel bosco e compie una stretta curva a destra, la lasciamo per prendere la diramazione che si stacca a sinistra ed prosegue in salita nel bosco; si oltrepassa un vecchio muro (divisione di proprietà?) e si comincia a scendere per poi quasi subito lasciare la viottola per prendere a sinistra un piccolo ma evidente sentiero, in prossimità di appostamenti fissi di caccia. Il sentiero scende in modo ripido con a fronte la vista sul vicino podere Rigoccioli e, più lontano, il Sasso e Santa Cristina a Mezzana; dietro si stagliano le cime dell’Abetone con a destra il crinale dell’Acquerino pistoiese e pratese. Si sbuca in un campo di olivi, si prosegue sfiorando l’abitazione Rigoccioli (25’) e proseguendo sullo stradello che la serve, collegandola alla provinciale. Un tratto in falso piano anticipa una ripida salita su asfalto alla cui fine, su un dosso, si prosegue a dritto in discesa verso la visibile Madonna del Papa dove si arriva velocemente (35’).

A questo punto, prima di proseguire, si consiglia di indossare il giubbino ad alta visibilità dovendo percorrere un tratto di strada provinciale. Si prende quindi a destra seguendo la strada provinciale e, percorse poche decine di metri, si giunge al punto dove una piccola costruzione bianca ospita attualmente la respinta dell’acqua dell’acquedotto di Carmignano verso le case poste intorno alla fattoria delle Ginestre seguendo un percorso uguale a quello che abbiamo utilizzato noi per arrivare della fattoria alla Madonna del Papa. Quando venne costruito il primo acquedotto di Carmignano, in questo esatto punto si univano i tre rami che lo costituivano, provenienti da altrettante sorgenti (sorgente del Chiuso, di Camerata e dell’Acqua calda), e da qui lungo la strada arrivava al paese, davanti la chiesa.

Si prosegue lungo la strada provinciale fino a giungere, un centinaio di metri dopo, alla diramazione sulla destra della vecchia viabilità tardo ottocentesca che saliva al crinale del Montalbano e che persiste in un breve tratto che ci conduce al Sasso (50’). Al bivio si prende a destra via Rigoccioli per giungere quasi subito nello slargo che ad inizio Ottocento vedeva una sola dimora affacciarsi su di esso. Si torna indietro e si continua sulla strada in direzione Santa Cristina a Mezzana (via Sasso) percorrendo un tratto tra le anonime abitazioni attuali fino al punto dove inizia il senso unico; qui si svolta a sinistra per giungere subito alla strada provinciale; a sinistra e, percorse poche decine di meri, a destra in discesa in via Fontemorana. Si scende con veduta su tutta la parte sommitale e boscosa del Montalbano (Poggio Pietramarina, Poggio Ciliegio, la Cupola) contrassegnata dalla presenza di molti ripetitori e antenne; poco prima di un brutto capanno si prende a destra la viottola campestre (vecchia strada vicinale) che sale nel campo di olivi. Si continua a salire su percorso ora ben evidente, si sfiora un grande e bel cipresso isolato e si giunge dove la salita si attenua proprio dietro la villa di Santa Cristina a Mezzana, nel passato di proprietà della famiglia Comparini (1h 05’).

Subito dopo si prende la strada campestre a sinistra in discesa per arrivare quasi subito ad un primo incrocio con vecchio tabernacolo ricavato nel muro a retta in pietra: si prosegue tenendo la sinistra (dove c’è l’edicola) e si continua in piano a fianco del vecchio muro, si supera una larga curva a destra e si raggiunge una seconda edicola posta in prossimità di un trivio. Si prende a sinistra, inoltrandosi nello spiazzo pianeggiante punteggiato di olivi e ci si porta all’estremità opposta, presso il grande cipresso isolato e la curiosa costruzione lì accanto, per osservare il paesaggio (alto bacino del torrente Furba) che si offre alla nostra vista da questa specie di terrazza. Si torna indietro fino all’edicola e si prosegue a dritto in salita per poi tenere la destra (cioè quella meno battuta) quado questa si sdoppia. Si prosegue in salita seguendo quella che era una vecchia viabilità che conduceva alla sommità della collina del castello di Carmignano, posta sopra di noi; si supera un altro grande cipresso isolato con probabili funzioni confinarie e una moderna captazione dell’acqua (a sinistra) mentre la salita si fa più ripida. Al brutto capanno di lamiera che si incontra si piega a destra fra gli olivi terrazzati, si costeggia un muro per poi sbucare nella via comunale (via di Castello) (1h 40’).

Si svolta a sinistra, si percorre il tratto in pari della stretta via per poi scendere dove questa si incrocia con via Erta del Pollaio; qui teniamo ancora la sinistra seguendo via del Castello che transita di fronte alla bella villa Ricci ed arriva velocemente al complesso della Rocca, contrassegnato da una poderosa cinta muraria; qui svoltiamo a destra e, rasentando le mura, seguiamo il Belvedere Rigoli con ampie vedute verso Est fino al Pratomagno e al Chianti fiorentino. Superiamo il punto panoramico e scendiamo le ampie sale per sbucare nuovamente in via di Castello che attraversiamo prendendo via Erta di Pogginari che scende fino al quadrivio con via Fontanaccio dove svoltiamo a destra scendendo una nuova scalinata dagli ampi gradini che ci conduce alla chiesa dei Santi Michele e Francesco (2h).

Si svolta a sinistra e si percorre il breve tratto in discesa che conduce in piazza Vittorio Emanuele II, dove è collocata la fontana donata dalla popolazione all’Amministrazione comunale a compimento dell’opera acquedottistica. Torniamo indietro transitando di fronte al palazzo comunale (fattoria dei Malaspina nel tardo Settecento), scendiamo la breve rampa posta di fronte all’Hotel e torniamo di nuovo alla chiesa sempre attraverso la strada.

Dalla piazza posta di fronte all’edificio religioso (sotto la quale si trova la cisterna storica) si prende a percorrere via Parenti con bel panorama che si apre sulla sottostante valle dell’Elzana, percorsa dai Condotti medicei, su Artimino, le colline della Roveta, Firenze ed il Chianti. Giunti in fondo alla via, di fronte all’Istituto delle Sacre Stimmate, si svolta a sinistra in discesa e poi subito a destra imboccando il percorso pedonale “Belvedere Padre Bocci” che conduce velocemente nella sottostante via Nencioni. Si prende quindi la strada campestre che parte dalla dimora colonica e l’aggira da Sud-Est passando a fianco di un gruppo di cipressi e proseguendo ben tracciata nei campi di olivi in leggera discesa fino ad una secca curva a sinistra: siamo in prossimità di una delle sorgenti che rifornivano i condotti della villa di Poggio a Caiano (vedi cartello). Si prosegue costeggiando alcuni brutti capanni di lamiera (a sinistra) e, a destra più in basso invece, un boschetto storico detto il Ragnaione. Si prosegue sempre in leggera discesa con la traccia che si fa più esigua ma sempre individuabile, si passa sotto un piccolo traliccio Enel e poi si piega a sinistra verso l’evidente cipresso solitario situato poche decine di metri più in basso; si costeggia una vigna (a sinistra) e si giunge ad un altro grande cipresso solitario con funzioni di confine. Di fronte a noi transita il condotto storico che porta l’acqua alla villa medicea di Poggio a Caiano. Si svolta a destra nel campo aperto tenendosi vicino al fosso e al secondo ponticino in mattoni lo si attraversa seguendo lo stradello che sale alla vicina piramide lapidea che segna il passaggio ipogeo del condotti (2h 15’).

Si torna leggermente indietro, si supera nuovamente il fosso e si svolta sinistra continuando parallelamente ad esso in piano fino ad incrociare un fosso trasversale che superiamo entrando su una carrareccia ben evidente: qui svoltiamo seccamente a destra e seguiamo la strada campestre ben battuta che inizia a salire e fiancheggiando degli alberi. Si continua in ripida salita, si superano dei grandi massi e dei terrazzamenti per giungere all’agriturismo Pietranera dove prendiamo a percorrere lo stradello asfaltato (via degli Asinai) sempre in salita fino a sboccare sulla strada comunale di Citerna (2h 30’). Il punto è ottimale per una sosta e per osservare il panorama in direzione Est con, a sinistra, la conurbazione Campi Bisenzio-Sesto Fiorentino-Firenze, il monte Morello (dietro), la vicina collina di Montalbiolo, il paese di Carmignano e dietro il monte Iavello e l’Acquerino pratese. A destra invece la collina boscosa di Bellosguardo che si interpone fra Firenze e Scandicci, in secondo piano il monte Giovi e poi il Chianti fiorentino.

Si continua a sinistra in via Citerna in leggera discesa superando la bella villa Verzani mentre di fronte abbiamo il ripido colle di Artimino; un tratto in piano fra vigne e olivi anticipa una discesa alla fine della quale, nella sella, proprio sotto l’elettrodotto, lasciamo la strada asfaltata girando a destra e seguendo i segni della RET Toscana per Artimino (2h 40’). Un piccolo ma evidente sentiero transita a fianco di un bel tabernacolo e si infila in discesa nel bosco arrivando velocemente al rio di Citerna che si guada facilmente continuando sull’altro versante in salita e sempre nel bosco fino a giungere ad un nuovo tabernacolo (segno dell’antichità del percorso) (2h 45’) posto sul limitare dei coltivi che costeggiamo seguendo l’evidente traccia che corre incassata, a fianco di vecchi muri in pietra. Si arriva velocemente al podere Campisalti e al seguente trivio con un nuovo tabernacolo: si continua in discesa piegando a destra per poi, subito dopo sull’incrocio, a sinistra in direzione di Comeana-Poggio a Caiano (cartello RET) superando così un tratto molto suggestivo in una bella cipresseta con vecchi muri in pietra che ci conduce alla fine del percorso, proprio nel punto dove inizia quello del ”rio Carpineto” (2h 50’).

Volendo tornare al punto di partenza, seguendo il percorso “rio Carpineto” sono necessari circa 45’.

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